La vita e la carriera

 

 

 

 

* Infanzia e formazione artistica

* Il primo Brassens, I Gufi e il successo nazionale

* La stagione creativa con Patruno e da indipendente

* Storia recente…

 

 

 

 

 

 

 

Infanzia e formazione artistica

 

Nanni Svampa nasce a Milano il 28 febbraio 1938, nella zona di Porta Venezia, da padre ragioniere. Durante la guerra si trasferisce con la famiglia, per qualche anno, sulle sponde del lago Maggiore, vicino Varese. Qui trascorre la prima infanzia e ha la possibilità di venire a contatto con un mondo contadino provinciale ancora vivo e genuino, mai dimenticato, cui ha saputo riferirsi e attingere continuamente nel corso della sua carriera e che tanto gli ha giovato nella sua formazione artistica.

Tornato in città, frequenta le scuole e, dopo il liceo scientifico, convinto dal padre, si iscrive alla Bocconi di Milano, presso la quale conseguirà una laurea in Economia e Commercio, ottenuta poco prima di partire per il militare; laurea che gli sarà però poco utile nella vita d’artista.

Il suo primo contatto con il mondo musicale è nel 1959, quando, ancora studente presso la Bocconi, si esibisce con il gruppo “I Soliti Idioti”. Nel 1960 realizza poi il primo vero e proprio debutto teatrale con la satira musicale “Prendeteli con le pinze e martellateli”, rappresentata al Piccolo e al Gerolamo, insieme ad alcuni amici dell’ Università, tra cui Nuccio Ambrosino. Dopo i primi spettacoli, che egli stesso definisce “un po’ goliardidici”, il suo incontro con la canzone “seria”, avviene quando, intorno al 1960, scopre la canzone di Georges Brassens. Il suo desiderio è subito quello di poter rendere partecipi più persone di tale scoperta. Così, durante la “Leva”, impegnato come autiere nei servizi ausiliari, Svampa occupa le lunghe serate lontane da casa traducendo le canzoni di Georges Brassens in milanese. Questo si rivelerà un utile esercizio di espressione dialettale, contribuendo ad avvicinarlo alle canzoni popolari della sua regione e della sua città.

Nel 1962 prende parte alla recita “La cena delle beffe”, con Besozzi e Faggioni, nel ruolo di Nencio.

 

Il primo Brassens, I Gufi e il successo nazionale

 

Nel 1964, Svampa, dopo aver interpretato il cantastorie ne “Il Tarfante” di Ambrosino, incide il primo disco, contenente 12 canzoni tradotte in milanese, del grande chansonnier francese Georges Brassens, dal titolo: “Nanni Svampa canta Brassens”.

Nel frattempo scrive anche alcune canzoni, tra cui “I Teddy-Boys” e “Io vado in banca”, che inizia a cantare al Capitan Kid di Milano, accompagnato alla chitarra da Lino Patruno. Qui, tra uno spettacolo e l’altro, conosce Roberto Brivio e Didi Martinaz. Il gruppo trasloca poi al Derby, dove, in seguito all’incontro con Gianni Magni, si costituisce, nell’autunno del ’64, il vero e proprio quartetto de “I Gufi”, destinato a rivoluzionare il modo di stare sul palcoscenico, e in televisione, di far ridere e anche di pensare, attraverso l’interpretazione di canzoni e situazioni assurde e surreali, pervase da quell’umorismo satirico che si rifà chiaramente alla “milanesità” degli interpreti. Vestiti di nero, con la bombetta in testa, nel mirino de I Gufi ci sono Clero e piccola borghesia, classe politica e popolino. Essi importarono in Italia l’idea del Cabaret nero e anticlericale di tipo francese, rifacendosi soprattutto alla canzone di Georges Brassens, per il quale lo Svampa nutriva una vera passione. Ma se uno sguardo è alla Francia, l’altro è rivolto al recupero della tradizione popolare e milanese: è questa fusione che rende vivo e innovativo il loro modo di far cabaret, perfettamente inserito nella realtà in cui si muovono e con lo scopo che essi si prefiggono.

In questi anni Nanni Svampa, detto il cantastorie, Lino Patruno, il cantamusico, Roberto Brivio, il cantamacabro e Gianni Magni, il cantamimo, raggiungono un successo e una popolarità imprevisti e si esibiscono in tutta Italia, da Milano a Torino, da Viareggio a Roma, riscuotendo innumerevoli consensi e facendo incontri importanti, tra cui ricordiamo quelli con Federico Fellini e Vittorio Gasmann.

Nel 1968, prima dell’ultima tournee con I Gufi, Nanni Svampa, accompagnato da Lino Patruno, realizza un recital al Piccolo Teatro, dal titolo “Nanni Svampa canta Brassens e altre ballate milanesi”, che fu accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico.

Il gruppo poi, al culmine del suo successo, si scioglie a causa di alcuni contrasti interni.

I quattro proseguono quindi individualmente ciascuno la propria carriera artistica.

 

 

La stagione creativa con Patruno e da indipendente

 

Nanni Svampa, però, anche dopo la separazione del complesso prosegue nella collaborazione con Lino Patruno e, insieme a lui e Franca Mazzola, nel 1969 inaugura la stagione del Piccolo Teatro con il recital “La mia morosa cara”, col quale ottiene un grosso successo, tale che il trio viene ingaggiato dalla televisione Svizzera per una serie a puntate sul tema de “La mia morosa cara”. Negli anni successivi la trasmissione viene ripresa anche dalla Televisione Italiana e, fra il 1972 e il 1974, i tre realizzano altri due spettacoli a puntate dai titoli: “Addio Tabarin” e “Un giorno dopo l’altro”.

Nel frattempo il Nanni prosegue con le sue traduzioni delle canzoni di Brassens completando il 2° e il 3° volume della raccolta, pubblicata poi anche in cofanetto, e termina la registrazione della “Milanese”, l’Antologia della Canzone Lombarda in 12 volumi, per la quale ha sotteso un vasto lavoro di ricerca e catalogazione nei luoghi e sui testi della tradizione locale, per tutto il periodo che va dal 1968 al 1976, con la collaborazione preziosa di Michele Straniero, che ha curato tra l’altro le note delle singole canzoni sui dischi.

Nel 1973 interpreta il ruolo di protagonista nello sceneggiato televisivo “Il calzolaio di Vigevano” e, nella stagione 1974-’75, scrive insieme a Michele Straniero e mette in scena con Lino Patruno “Pellegrin che vai a Roma”, una commedia musicale satirica sui rapporti tra Stato e Chiesa.

Nel 1975 partecipa allo sceneggiato televisivo “Una bella giornata di… a Gavirago sul Lambro”, quindi si separa definitivamente da Lino Patruno.

Svampa si dedica ora ad alcuni spettacoli teatrali da solista su Brassens, del quale a terminato alcune nuove traduzioni, facendosi accompagnare alla chitarra da Ettore Cenci, da una fisarmonica e da un contrabbasso.

Verso la fine del 1976 tiene uno spettacolo al Teatro Uomo, arrangiato da Ettore Cenci, sulla storia della canzone milanese e lombarda dal titolo “Nanni Milano Svampa Cantata”, rappresentato più volte con successo.

Nella stagione teatrale 1977-78 è il protagonista dello spettacolo “I desgrazzi de Giovannin Bongee”, di Carlo Porta, allestito all’Odeon e nel 1980 incide un nuovo disco di canzoni italiane “Riflusso Riflesso”, cui seguirà una turnèe nel nord Italia e in Svizzera.

Tra il 1979 e il 1981 realizza alcuni documentari-reportages sulle feste popolari in Lombardia e nel Canton Ticino, in co-produzione con la Televisione Svizzera Italiana e la Rai.

Nel 1982 partecipa come attore in alcuni telefilms e films, tra cui “Storia d’amore e d’amicizia” di Franco Rossi, rappresentato con successo al Festival di Venezia.

Nel frattempo si dedica alla stesura di alcuni libri: “La mia morosa cara”, una raccolta di canti popolari milanesi e lombardi” (!978-80), “Canzoni e Risate” (1979), “Giobbiann, riti invernali del mondo contadino lombardo” (1982) e “W Brassens” (1983), una biografia e raccolta di canzoni tradotte in milanese e in italiano del grande cantautore francese.

Nel 1984 il Nanni diventa direttore artistico del cabaret milanese “Cà Bianca”, partecipando agli spettacoli con un repertorio rinnovato di canzoni in milanese.

 

 

Storia recente…

 

Nel decennale dalla morte di Georges Brassens organizza una grande manifestazione internazionale al Teatro Lirico di Milano della durata di quattro giorni, in cui artisti e uomini di cultura provenienti da tutta Europa hanno reso omaggio all’amato chansonnier francese.

Nel corso degli anni novanta pubblica una riedizione della “Milanese” in compact disc a cura della editrice musicale Ricordi e una serie di nuovi lavori dal vivo e in studio sulla canzone milanese, di cui ricordiamo, nel 1999, il CD “W Brassens”.

Dal 2000 comincia a tenere presso l’Accademia del Tempo Libero a Milano, un ciclo di lezioni-concerto sulla canzone popolare milanese e lombarda, accompagnato alla chitarra dal maestro Antonio Mastino, ripetuto con successo negli ultimi anni.

Nel frattempo Svampa continua a esibirsi in concerti e spettacoli dal vivo sui palchi dei teatri della Lombardia e del Canton Ticino, soprattutto con le due proposte “Cabaret Concerto”, tra barzellette e canzoni in dialetto milanese e l”Omaggio a Brassens”, riproponendo le ormai celebri traduzioni milanesi delle sue canzoni e con l’aggiunta di alcune nuove versioni in italiano.

Nel 2001 tiene due spettacoli in ricordo di Brassens al Teatro Smeraldo, seguito da un folto pubblico.

E la storia continua…